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mer 6 MARZO -  gio 7 MARZO 2024
 Mussolini Edda : 3 lettere autografe inviate al giovane amico Marino Viarana.  - Asta Libri, autografi e manoscritti - Libreria Antiquaria Gonnelli - Casa d'Aste - Gonnelli Casa d'Aste
Lotto 27

Mussolini Edda

3 lettere autografe inviate al giovane amico Marino Viarana.

Anni 1928/29.

Manoscritti a inchiostro bruno su carte colorate. 12 pagine scritte in totale. Buste conservate. Sono conservate le trascrizioni delle lettere. Dimensioni 190x290 mm ca. SI AGGIUNGONO: Id. 3 fotografie in b/n che ritraggono Edda vestita in spiaggia (con dedica autografa a Marino Viarana), in costume da bagno e, sempre in costume, su una piramide di giovanotti, tra i quali spicca Marino, abbracciato a lei. Dimensioni 180x235 mm.

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I DOCUMENTO: In queste lettere la giovanissima Edda parla dei suoi viaggi, del suo amore per Marino Viarana e della disperazione di non poterlo sposare, per non deludere il Duce, che, dice: ne avrebbe grande dolore e questo non voglio. Tra i due è meglio che soffra io. Scrive di Riccione, dei suoi viaggi e delle sua tristezza. Caro Marino, questa è la mia ultima lettera … amorosa. Ho deciso di troncare. È inutile illuderci. Io non potrò mai essere la tua compagna, dietro mio padre, c’è un’intera nazione che aspetta e pretende. Se io facessi un matrimonio d’amore non sarei scusata da nessuno […] Ma vedi questo a me non importerebbe nulla, io me ne infischio del giudizio degli altri, mi sento così superiore alla loro intelligenza borghese e mediocre. Mio padre però ne avrebbe grande dolore e questo non voglio. Tra i due è meglio che soffra io […] Io ti voglio bene ma non posso, non voglio sposarti […] Sono sempre stata sola ed ho anche molto sofferto, se ora sono così, con un corpo giovanissimo e con un’anima decrepita e scettica non è tutta colpa mia. I miei non si sono preoccupati che dei miei bisogni materiali […] Eppure ci vogliamo bene ma non mi hanno mai capito mentre io li conosco a meraviglia. Chissà quante volte, Marino ti penserò, ti chiamerò, mi verrà la tentazione di scriverti, di gridarti il mio amore […] Parto domani ed andrò a Tripoli ed a Bengasi, il mio grande viaggio è tramontato per colpa del Sangue […] farò la vita del deserto sola, ostinatamente sola anche se avrò intorno 50 persona. E penserò al mio Marino. Mio amore, la tua piccola bimba ti saluta e ti bacia disperatamente [...] (3 novembre 1928). Marino caro, ecco che la tua piccola viene a darti un po’ di gioia con la prima delle tanto sospirate lettere. E pensare che m’ero fermamente proposta di non scriverti. Ho resistito tutt'ieri, già ero sicura della vittoria invece... Mio Dio non credevo di essere così debole nelle mie risoluzioni; la mia famosa forza di volontà se c'era prima ora sta scomparendo, anzi è già scomparsa sprofondata inabissata chi sa mai dove […] Povero caro Marino che ora mi vuoi troppo bene, che non puoi pensare di perdermi, che per me vuoi lavorare, che per me rimetti a nuovo la tua bella anima di fanciullo, pensa piuttosto che il tuo amore non durerà eternamente, che un bel momento ti sarò indifferente […] Donna pia die la mesta historia la prende con disinvolta filosofia. Ma non è proprio di parere favorevole; ha tanta fiducia in te; ci lascia fare all'amore perché sa che tu hai la testa a posto (e il vestito nuovo?), e che io sono molto piccola. Dice che un’unione fra noi non è possibile per tante questioni e anche perché tu non sei abbastanza ricco per me […] Il comico è che con aria saputa mi dice: ed è proprio per questo che lei è così incerta ed oscillante. Disgraziata, non sa che, se io mi accorgerò di amarti, me ne infischierò delle ricchezze del mondo intero, quando c'è l'amore il resto cosa contà Marino, mio amore ti bacia tanto la tua piccola bimba. Scrivimi (subito e presto). Villa Torlonia [...] (7 novembre 1928). Caro Marino, eccomi di ritorno, stanca (ma ormai riposata) e abbastanza felice. Mi ero talmente abituata a viaggiare che avrei continuato all’infinito senza alcun rimpianto e senza alcun desiderio di rivedere la Sacra Patria e le domestiche mura. Meno male che a Pasqua taglio di nuovo il cordame e me ne vado in Spagna. Ho avuto un grandissimo successo fra inglesi e indiani, la mia vanità femminile è soddisfatta. Il mio inizio dell'anno nuovo è stato molto meno allegro del tuo. Non ero sul "Tevere". Ritornavo dalla mia visita alla Maha-Rani di Scevancore. Ero in treno, dormivo […] Ad ogni modo ti ho ricordato molte volte specialmente con gli uomini che mi facevano la corte ero obbligata a dire dei motti di spirito […] Mentre facevo così l'idiota, qualche volta, ridevo di me e guardavo con un senso di pietà quel tipo che mi ascoltava e mi faceva gli occhi triglia, e rimpiangevo, ah sì, rimpiangevo le nostre le nostre gite in auto e i nostri balletti. Proprio vero che l'umanità mascolina, quell'aristocratica, in specie, è molto in decadenza […] mercoledì mattina sarò a Milano, forse poi ripartirò per Cortina. Come trottola vivente, non c'è davvero male. Arrivederci mio bravo ragazzo, divertiti anche per me, nel folle Carnevale. Vivi felice e non pensarci. Tante belle cose. Edda (5 novembre 1929?)

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