Asta 18 / Grafica, Dipinti ed Oggetti d'Arte dal XV al XX secolo

ven 11 DICEMBRE -  sab 12 DICEMBRE 2015
 Giovanni Costetti  (Reggio Emilia, 1874 - Settignano, 1949) : Ritratto di Olga de Lichnizki.  - Asta Grafica, Dipinti ed Oggetti d'Arte dal XV al XX secolo - Libreria Antiquaria Gonnelli - Casa d'Aste - Gonnelli Casa d'Aste
Lotto 432

Giovanni Costetti (Reggio Emilia, 1874 - Settignano, 1949)

Ritratto di Olga de Lichnizki.

1905.

Matita sanguigna. mm 325x220. Firmato e datato a matita. Suggestivo ritratto eseguito nel 1905 da Giovanni Costetti alla nobildonna di origini polacche Olga de Lichnizki (San Pietroburgo, 1878 – Firenze, 1919). Bellissima e di vasta cultura nordeuropea, ma ammalata di mal sottile, fu l’unico grande amore di Giuseppe Vannicola. Questo ritratto, autentico cimelio di una leggendaria stagione di intrecci artistici e poetici, fu probabilmente eseguito nella casa che i due abitarono a Firenze in via Montebello fino al maggio 1905. Fu riprodotto in sanguigna nel libro di Vannicola De profundis clamavi ad te, pubblicato sempre a Firenze dalla Revue du Nord nel 1905 e interamente illustrato da Giovanni Costetti. «A lei “donna senza sole, sola” Giuseppe aveva dedicato il suo “romanzo” autobiografico Sonata Patetica; Papini dalle pagine del Leonardo scrisse una entusiastica recensione. La coppia di innamorati aveva successo a Milano sia per lo charme di lei sia per il talento musicale di lui; erano nel giro dei letterati europei che ruotava attorno alla redazione della sontuosa rivista Poesia fondata e finanziata da Filippo Tommaso Marinetti, eppure Vannicola assecondò il proposito della Lichnizki di prendere stabile dimora a Firenze. “Lì continuarono a ricevere “in comunione di musica” gli amici, dentro un salone che era “tutto una sinfonia di ori e biancori”, offrendo loro tè con pasticcini, serviti da camerieri in livrea e calze bianche. Vannicola cominciò a occuparsi prevalentemente di critica musicale, del rapporto fra arte e musica e soprattutto dell’amore della sua vita con cui condivideva il proprio presente; erano incapaci entrambi di fare qualsiasi economia. Gli eventi letterari di maggior importanza, relativi al primo periodo fiorentino, furono l’inizio della Revue du Nord di cui era rédacteur en chef, rivista interamente redatta in francese, pagata con i soldi della nobildonna o come si mormorava dai fondi segreti dell’ambasciata russa, che coincise con l’uscita della terza opera, di nuovo dedicata all’amata: De profundis clamavi ad te. La rivista era tipograficamente curatissima, così come addirittura sontuosa si presentava la veste del libro, stampato su carta a mano con varie xilografie e sette tavole fuori testo in sanguigna del reggiano Giovanni Costetti “pittore misterioso e funereo, appassionato di Boecklin”, secondo Papini». Da: Enrico Gurioli, Barche amorrate. Dino Campana. La vita, i canti e i misteri orfici, 2012. La relazione tra Vannicola e la de Lichizcki era già stata approfondita con dovizia di particolari da Armando Audoli, Le prime edizioni di Giuseppe Vannicola, in “Wuz” n. 5, giugno 2002.



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