In folio oblungo (mm 360x550). Legatura in mezza pelle rossa e angoli con titolo in oro al piatto anteriore. Dorso allentato e lacunoso nella parte alta. Sguardie in carta fiorentina piccoli gigli in oro. Raccolta di 24 litografie a piena pagina acquerellate a colori e di carattere satirico, con raffigurati molti personaggi del potere messi alla berlina. Il Lampione fu un quotidiano satirico fondato a Firenze da Carlo Lorenzini (più noto con lo pseudonimo di Collodi) insieme a Paolo Lorenzini, Pilade Tosi e Alessandro Ademollo [1]. Fu pubblicato per alcuni mesi tra il 1848 e il 1849 e successivamente, con varie interruzioni, dal 1860 al 1877. Nel luglio del 1848 nacque "Il Lampione" con il sottotitolo "Giornale per tutti" grazie a Collodi e altri "giovani di cuore, di mente e di età, che si propongono di far lume a chi brancolava nelle tenebre. Si presentava come giornale popolare, radicale, patriottico ("Il nostro programma è l'Italia libera, una, indipendente") che mescolava satira, umorismo, cronaca e notizie. L'Illustrazione della testata era realizzata da Cabrion, pseudonimo di Nicola Sanesi. La rivista era stampata nella tipografia Le Monnier. La prima serie della rivista ebbe vita breve. Collodi fu costretto a chiudere "Il Lampione" nell'aprile 1849, dopo la cacciata di Domenico Guerrazzi da parte dei sostenitori di Leopoldo II. La prima serie era stata pubblicata dal 13 luglio 1848 sino al 11 aprile 1849, per un totale di 222 numeri. Undici anni dopo, nel 1860, la rivista riprese le pubblicazioni. Nel 1861 Angiolino Dolfi subentrò a Collodi alla direzione. "Il Lampione" sospese le pubblicazioni nel 1865, ma riprese l'anno seguente sotto la direzione dello scrittore caricaturista e deputato torinese Alessandro Allis (Silla), affiancato da David Rubens Segre (Brandano II). Nel 1868 la rivista sospese di nuovo le pubblicazioni e le riprese l'anno successivo, fino al 1877. In quest'ultima serie collaborarono alla rivista Angiolo Tricca, Telemaco Signorini, Leopoldo Cipriani (Morvidino) e Gabriele Castagnola. Con questa testata "la battaglia diventa civile e continua con i mezzi della satira e di un caustico umorismo che rendono il giornale un mezzo tanto temibile da indurre il governo della restaurazione a sospenderne la pubblicazione nell'aprile 1879, dopo appena un anno di vita". [Sigfrido Bartolini " Il Grillo parlante dell'Unità d'Italia", Firenze, Pagliai, 2011].
Dorso con difetti. Pagine interne lievemente ingiallite ma in ottimo stato di conservazione.